27.09.2012, 15:45
Quella, che lieta del mortal mio duolo,
ne i monti e per le selve oscure e sole
fuggendo gir come nemico sòle
me, che lei come donna onoro e colo;
al penser mio, che questo obietto ha solo
e ch’indi vive e cibo altro non vòle,
celar non pò de’ suoi begli occhi il sole,
né per fuggir, né per levarsi a volo.
Ben pote ella sparire a me dinanzi,
come augellin che ‘l duro arciero ha scorto
ratto ver’ gli alti boschi a volar prende:
ma l’ali del penser chi fia ch’avanzi?
cui lungo calle e aspro è piano e corto,
così caldo desio l’affretta e stende
ne i monti e per le selve oscure e sole
fuggendo gir come nemico sòle
me, che lei come donna onoro e colo;
al penser mio, che questo obietto ha solo
e ch’indi vive e cibo altro non vòle,
celar non pò de’ suoi begli occhi il sole,
né per fuggir, né per levarsi a volo.
Ben pote ella sparire a me dinanzi,
come augellin che ‘l duro arciero ha scorto
ratto ver’ gli alti boschi a volar prende:
ma l’ali del penser chi fia ch’avanzi?
cui lungo calle e aspro è piano e corto,
così caldo desio l’affretta e stende