25.09.2012, 18:12
Le chiome d’or, ch’Amor solea mostrarmi
per meraviglia fiammeggiar sovente
d’intorno al foco mio puro, cocente
(e ben avrà vigor cenere farmi),
son tronche, ahi lasso: o fera mano e armi
crude, e o levi mie catene e lente!
Deh come il signor mio soffra e consente
del suo lacciuol più forte altri il disarmi?
Qual chiuso in orto suol purpureo fiore,
cui l’aura dolce, e ‘l sol tepido, e ‘l rio
corrente nutre, aprir tra l’erba fresca;
tale, e più vago ancora, il crin vid’io,
che solo esser devea laccio al mio core:
non già ch’io, rotto lui, del carcer esca
per meraviglia fiammeggiar sovente
d’intorno al foco mio puro, cocente
(e ben avrà vigor cenere farmi),
son tronche, ahi lasso: o fera mano e armi
crude, e o levi mie catene e lente!
Deh come il signor mio soffra e consente
del suo lacciuol più forte altri il disarmi?
Qual chiuso in orto suol purpureo fiore,
cui l’aura dolce, e ‘l sol tepido, e ‘l rio
corrente nutre, aprir tra l’erba fresca;
tale, e più vago ancora, il crin vid’io,
che solo esser devea laccio al mio core:
non già ch’io, rotto lui, del carcer esca