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SONETTO SU LO STESSO SOGGETTO (2)
#1
SONETTO
SU LO STESSO SOGGETTO
I

Sciogliesti il labbro ai misteriosi accenti,
Che chiamano quaggiù l'Eterna Prole,
Li replicò meravigliando il Sole,
E ruotò i raggi oltre l'usato ardenti.

Beveano gli astri taciturni, intenti,
Il suono delle mistiche parole,
Indi anch'ei gl'infiniti orbi lucenti
Tutti affidarli alla Superna Mole.

Del ciel l'interminato arco profondo
Di vergine sereno era ridente,
Tal, che mai così vivo apparve al mondo;

E solo allor, che nell'immenso voto,
Alla voce di Dio, sentì repente
Delle stelle e del Sole il peso ignoto
indice

SONETTO
SU LO STESSO SOGGETTO
II

Stava presso all'altar l'eterno Amore,
Di siderea dolcezza adorno il guardo;
Seco avea la faretra, avea quel dardo,
Onde ha colpito al nuovo Aronne il core.

Stava intento ora al volto, in cui l'ardore
Della fé trasparia puro e gagliardo,
Or degli accenti al grave suono e tardo,
Che annunziava dell'alma il bel candore.

Quando al bacio il Ministro il labbro sciolse,
E fu sì caldo in su l'altare impresso,
Che Amor dolce sorrise e lo raccolse.

Poi: Come avrai deposto il mortai velo,
Fia che tel renda in sulle gote io stesso,
-Disse, scomparve, e portò il bacio in cielo.
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