06.04.2007, 11:53
Chi a falsi sembianti il cor arisca,
credendo esser amato, e s'inamora,
tanto diletto non sente in quel 'ora
ch'apresso più di pena non langisca,
quando per lume di vertà chiarisca
ch'el no è dentro quel che par di fòra;
e se di ciò seguir più si rancora,
coven che finalmente ne perisca.
Onde non chiamo già donna, ma morte,
quella ch'altrui per servitor acogle
e poi gabando e sdegnando l'uccide,
a poco a poco la vita gli togle,
e quanto più tormenta più ne ride:
caduta vegg' eo lei in simil sorte.
credendo esser amato, e s'inamora,
tanto diletto non sente in quel 'ora
ch'apresso più di pena non langisca,
quando per lume di vertà chiarisca
ch'el no è dentro quel che par di fòra;
e se di ciò seguir più si rancora,
coven che finalmente ne perisca.
Onde non chiamo già donna, ma morte,
quella ch'altrui per servitor acogle
e poi gabando e sdegnando l'uccide,
a poco a poco la vita gli togle,
e quanto più tormenta più ne ride:
caduta vegg' eo lei in simil sorte.