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Normale Version: Signor mio caro, il mondo avaro e stolto
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Signor mio caro, il mondo avaro e stolto
in procurar pur nobiltade e oro
fatto è mendico e vile, e ‘l bel tesoro
di gentilezza unito ha sparso e sciolto.

Già fu valore e chiaro sangue accolto
inseme, e cortesia; or è tra loro
discordia tal, ch’io ne sospiro e ploro,
secol mirando in tanto errore avolto.

E perché in te dal sangue non discorda
virtute, a te, Cristoforo, mi vòlgo,
che mi soccorra al maggior uopo mio;

e sì porterai tu Cristo oltra il rio
di caritate, colà dove il volgo
cieco portarlo più non si ricorda.