27.09.2012, 15:47
Poco il mondo giamai t’infuse o tinse,
Trifon, ne l’atro suo limo terreno,
e poco inver’ gli abissi onde egli è pieno
i puri e santi tuoi pensier sospinse.
E or di lui si scosse in tutto e scinse
tua candida alma, e leve fatta a pieno
salìo, son certo, ov’è più il ciel sereno,
e quanto lice più ver’ Dio si strinse.
Ma io rassembro pur sublime augello
in ima valle preso, e queste piume
caduche omai pur ancor visco invoglia,
lasso; né ragion pò contra il costume:
ma tu del cielo abitator novello
prega il Signor che per pietà le scioglia.
Trifon, ne l’atro suo limo terreno,
e poco inver’ gli abissi onde egli è pieno
i puri e santi tuoi pensier sospinse.
E or di lui si scosse in tutto e scinse
tua candida alma, e leve fatta a pieno
salìo, son certo, ov’è più il ciel sereno,
e quanto lice più ver’ Dio si strinse.
Ma io rassembro pur sublime augello
in ima valle preso, e queste piume
caduche omai pur ancor visco invoglia,
lasso; né ragion pò contra il costume:
ma tu del cielo abitator novello
prega il Signor che per pietà le scioglia.