25.09.2012, 18:08
Solea per boschi il dì fontana o speco
cercar cantando, e le mie dolci pene
tessendo in rime, e le notti serene
vegghiar, quand’eran Febo e Amor meco.
Né temea di poggiar, Bernardo, teco
nel sacro monte ov’oggi uom rado vène:
ma quasi onda di mar, cui nulla affrene,
l’uso del vulgo trasse anco me seco,
e ‘n pianto mi ripose e ‘n vita acerba,
ove non fonti, ove non lauro od ombra,
ma falso d’onor segno in pregio è posto.
Or con la mente non d’invidia sgombra
te giunto miro a giogo erto e riposto,
ove non segnò pria vestigio l’erba.
cercar cantando, e le mie dolci pene
tessendo in rime, e le notti serene
vegghiar, quand’eran Febo e Amor meco.
Né temea di poggiar, Bernardo, teco
nel sacro monte ov’oggi uom rado vène:
ma quasi onda di mar, cui nulla affrene,
l’uso del vulgo trasse anco me seco,
e ‘n pianto mi ripose e ‘n vita acerba,
ove non fonti, ove non lauro od ombra,
ma falso d’onor segno in pregio è posto.
Or con la mente non d’invidia sgombra
te giunto miro a giogo erto e riposto,
ove non segnò pria vestigio l’erba.