25.09.2012, 17:45
Quella, che del mio mal cura non prende,
come colpa non sia de’ suoi begli occhi
quant’io languisco, o come altronde scocchi
l’acuto stral che la mia vita offende,
non gradisce ‘l mio cor, e no ‘l mi rende,
perch’ei sempre di lacrime trabocchi;
né vòl ch’i’ pèra, e perché già mi tocchi
Morte col braccio, ancor non mi difende.
E io son preso, ed è ‘l carcer aperto;
e giungo a mia salute, e fuggo indietro;
e gioia ‘n forse bramo, e duol ho certo.
Da spada di diamante un fragil vetro
schermo mi face: e di mio stato incerto
né morte Amor da te, né vita impetro.
come colpa non sia de’ suoi begli occhi
quant’io languisco, o come altronde scocchi
l’acuto stral che la mia vita offende,
non gradisce ‘l mio cor, e no ‘l mi rende,
perch’ei sempre di lacrime trabocchi;
né vòl ch’i’ pèra, e perché già mi tocchi
Morte col braccio, ancor non mi difende.
E io son preso, ed è ‘l carcer aperto;
e giungo a mia salute, e fuggo indietro;
e gioia ‘n forse bramo, e duol ho certo.
Da spada di diamante un fragil vetro
schermo mi face: e di mio stato incerto
né morte Amor da te, né vita impetro.