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Normale Version: Cino Da Pistoia vs. Dante Alighieri
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Messer Cino Da Pistoia a Dante


Dante, quando per caso s’abbandona
lo disio amoroso de la speme
che nascer fanno gli occhi del bel seme
di quel piacer che dentro si ragiona,

i’ dico, poi se morte le perdona
e Amore tienla più de le due estreme,
che l’alma sola, la qual più non teme,
si può ben trasformar d’altra persona.

E ciò mi fa dir quella ch’è maestra
di tutte cose, per quel ch’i’ sent’anco
entrato, lasso, per la mia fenestra.

Ma prima che m’uccida il nero e il bianco,
da te, che sei stato dentro ed extra,
vorre’ saper se ‘l mi’ creder è manco.



Dante A Cino

Io sono stato con Amore insieme
da la circulazion del sol mia nona,
e so com’egli affrena e come sprona,
e come sotto lui si ride e geme.

Chi ragione o virtù contra gli sprieme,
fa come que’ che ‘n la tempesta sona,
credendo far colà dove si tona
esser le guerre de’ vapori sceme.

Però nel cerchio de la sua palestra
Liber arbitrio già mai non fu franco,
sì che consiglio invan vi si balestra.

Ben può con nuovi spron’ punger lo fianco,
e qual che sia ‘l piacer ch’ora n’addestra,
seguitar si convien, se l’altro è stanco.